Quando si subisce un licenziamento bisogna inviare impugnativa di licenziamento soprattutto quando il licenziamento è conseguente al rifiuto del lavoratore di svolgere mansioni inferiori. A tal riguardo è intervenuta recentemente una ordinanzza della Cassazione che ha stabilito un interessante principio.
Con ordinanza 30543-2022. la Cassazione ha stabilito il principio per cui è illegittimo e quindi annullabile il licenziamento disciplinare della dipendente che si sia rifiutata di svolgere compiti dequalificanti. Perché la condotta contestata possa considerarsi lecita e disciplinarmente irrilevante, bisogna che sia accertata che il rifiuto opposto dal lavoratore allo svolgimento di mansioni inferiori sia proporzionalità e conformità a buona fede.
il caso affrontato dalla Cassazione è relativa alla tutela lavoratore dipendente che il cui rifiuto è stato ritenuto proporzionato e conforme a buona fede, considerato che in concreto la lavoratrice non si era ostinato tout court ad una condotta di insubordinazione corrispondente ad un rifiuto indiscriminato, anzi aveva cercato un confronto con il proprio datore di lavoro per una soluzione di tipo organizzativo per cercare di trovare una soluzione che potesse in qualche modo soddisfare le esigenze aziendali
L’azienda invece, aveva preteso dal lavoratore una mansione inferiore alla qualifica di inquadramento, in base ad una scelta imprenditoriale che era non improrogabile nè imprevedibile con la conseguenza di una aggravamento dell’impegno lavorativo. Quindi ogni caso va valutato con oggettività e con serietà al fine di avere il quadro obiettivo dell’intera vicenda lavorativa che riguarda la tutela del lavoratore dipendente . Ecco perché nello studio legale Pelosi si investe in maniera consistente nell’aggiornamento professionale.
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